Questa volta parto da una citazione. Questo pomeriggio mi sono trovato a guardare “La mafia uccide solo d’estate”. L’ho visto più volte ma non riesco a cambiare canale quando vedo un film che mi piace. Per chi non lo avesse visto è un film girato e interpretato da Pif (ex iena e autore de Il testimone) che narra la crescita e le vicende personali del protagonista unitamente alla storia italiana e più in particolare alla diffusione della mafia in Sicilia e al forte intreccio con la politica italiana. Pif è geniale nel narrare tutte le vicende unendo sprazzi di commedia ad eventi tragici realmente accaduti come la morte del Generale Della Chiesa o dei magistrati Falcone e Borsellino tutti narrati con semplicità e leggerezza (molti degli eventi sono visti tramite gli occhi di un bambino) ma al contempo con il rispetto che essi meritano mostrando queste persone innanzitutto come uomini.

Nel finale (sono costretto a dirvelo) il personaggio di Pif diventa padre e dice questa frase qui: “Quando sono diventato padre ho capito che i genitori hanno due compiti fondamentali: il primo è quello di difendere il proprio figlio dalla malvagità del mondo, il secondo è quello di aiutarlo a riconoscerlo.” Mentre guardavo questa scena avevo fra le braccia il piccolo Leonardo che dormiva beatamente sopra di me. Ammetto che aver visto questa scena prima e dopo essere diventato padre ha provocato in me emozioni differenti. Non vi nascondo che nel secondo caso le emozioni sono state davvero forti, soprattutto alla luce di quello che è successo in questi giorni.

Il giorno che sono diventato padre ho avuto una gioia immensa, la più grande della mia vita. Ho udito spesso queste parole ed ora che le ho vissute anch’io posso dire che è esattamente cosi. La sera stessa (sono in pochi a saperlo) mi sono sentito scendere addosso un qualcosa che definire “peso” può essere eccessivo ma che si avvicina alla sua definizione e a quello che voglio dire. Ho sentito il “peso” di una responsabilità, non ne ero spaventato ma ero consapevole di avere un nuovo compito. Quell’esserino nato qualche ora prima e che guardava me e la sua mamma dalla sua culla ora dipendeva da noi. Quella sera oltre all’enorme gioia si faceva spazio dentro di me una specie di paura, una paura che non era più rivolta a me. Ho capito che da quel momento avrei dovuto proteggerlo, crescerlo, educare, insomma farlo diventare una persona grande. Lo guardavo e ci studiavamo a vicenda. Accarezzavo la sua mano, lo stavo conoscendo e lui stava conoscendo me. Guardava la sua mamma con occhi innamorati. Da quell’istante io e Valentina, fidanzati dopo la sua festa di 18 anni, cresciuti come un tutt’uno, sposati senza neanche avere un lavoro fisso ma con la convinzione che l’amore ci avrebbe aiutato a superare ogni difficoltà beh in quel momento eravamo genitori.

Dopo i fatti di Parigi ho letto molti articoli e post dove ci si domandava quale sarà il futuro dei nostri figli, cosa potremo offrire loro, quale protezione possiamo dargli verso un mondo così malvagio e imprevedibile. Io non mi sono posto questo, ho pensato ai miei nonni nati e cresciuti in mezzo alla guerra, alla fame e al nulla e mi è venuto da ridere. Loro hanno lottato, sono sopravvissuti, hanno vissuto e portato avanti la loro generazione ed è così che farò io. E allora proteggerò mio figlio dal mondo con l’unica arma davvero efficace, la parola. Insegnerò che nella vita non è importante avere un’iphone, che le cose materiali restano tali, sono fredde, morte, non sono la vita. Gli ricorderò che da piccolo bastava strappare un fazzoletto di carta per farlo ridere. Che un sorriso della mamma è il dono più grande che si possa avere. Ricorderò che appena sveglio rideva di una felicità pura che nessun oggetto può dargli. Cercherò di non fargli perdere l’innocenza, di conservarne sempre un pezzettino perché può sempre essere utile. Gli insegnerò il rispetto per la vita umana, per la libertà, per la parola e per la cultura. Gli dirò che un abbraccio verso uno sconosciuto può esser ricordato per sempre. Dirò lui che siamo uguali, abbiamo tutti due occhi, una bocca e una testa. Dirò che un uomo per essere tale non deve essere forte, non deve avere i muscoli o la barba. Per lui l’uomo sarà chi rispetta le donne, i bambini, gli anziani senza alcuna distinzione. Dirò lui che nella vita si deve essere decisi, a volte una decisone può esser sbagliata o giusta ma non importa, l’importante è che si sia presa. Lo aiuterò a capire i suoi sentimenti e l’importanza che essi hanno. Gli dirò che bisogna esprimere liberamente le proprie emozioni perché esse ci rappresentano, noi siamo delle emozioni racchiuse in un corpo. Farò capire che i soldi non sono nulla, possono aiutare ma si è felici lo stesso senza. Insegnerò lui l’importanza di andare a dormire con l’anima in pace e la forza che può nascere nel guardarsi allo specchio e sentirsi puliti. Dirò che non vale la pena sporcarsi per avere di più perché ciò che conta è essere felici per quello che si ha perché a volte è il di più che ci spinge ad essere infelici e volerne ancora. Gli mostrerò i suoi giochi d’infanzia per fargli capire che una chiave di plastica che suona può rappresentare la gioia più immensa per un essere umano.

Incontrerò molte difficoltà. Verrà preso in giro in classe, al lavoro, nella vita di tutti i giorni. Il bene e male a volte saranno quasi sovrapposti. Spero di fargli conoscere l’essere umano in tutte le sue sfaccettature per fargli capire che può essere meraviglioso e allo stesso tempo malvagio. Pif dice che la seconda difficoltà è far riconoscere il malvagio, sarà dura ma per il momento non mi spavento perché ho fiducia nell’umanità. Per ogni cattivo devono esserci per forza almeno due buoni altrimenti questo mondo si sarebbe fermato molto tempo fa.

Adesso sei piccolo e quando imparerai a leggere queste righe saranno perse nel web ma non m’importa, le ho volute scrivere lo stesso. Alle volte mi trovo già a pensare a quando eri più piccolo, alle espressioni che hai perso in questi mesi, ai versi fatti solo una volta. Hai solo cinque mesi ma ho già nostalgia dei tuoi primi giorni. E’ giusto così, il mondo va avanti e si cresce. Crescerai anche tu, mi manderai a quel paese per un no. Capirai più tardi che magari quel no era dettato dalla paura, dall’amore nei tuoi confronti. Sta tranquillo perché il mio dispiacere passerà subito, il mondo va avanti e tutti attraversiamo le stesse fasi.

Il futuro non mi fa paura e non dovrà farlo neanche a te. Spero che riuscirò ad insegnartelo.

 

 

 

 

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